domenica 19 maggio 2013

CONSIGLI


Gelato, la dieta è più dolce
come seguirla senza esagerare

ROMA - La prima grande novità è che il mondo non si divide tra chi mangia gelato artigianale e chi preferisce quello confezionato. I mangiatori di gelato sono assolutamente trasversali: se quello artigianale è di buona qualità via libera a coni, coppette e zuccotti; ma se in gelateria campeggiano colori troppo accesi e consistenze vacillanti, allora meglio cornetti, ghiaccioli, biscotti o cremini. Del resto è proprio questo uno dei punti di forza del gelato industriale: ovunque lo mangi è sempre uguale a se stesso, senza sorprese, neanche nelle calorie, perché si possono leggere nell'etichetta. La proliferazione delle gelaterie artigianali, invece, ha reso più difficile trovare dappertutto un prodotto di qualità.

INTERATTIVO

"L'utilizzo dei semilavorati ha aiutato molto le gelaterie - premette Gianpaolo Valli, maestro gelatiere della Carpigiani Gelato university, che si esibirà a partire da domani e fino a domenica al Gelato festival di Firenze - ma il rischio è che alla fine tutti quanti utilizzino gli stessi prodotti, e allora non c'è poi una grande differenza con il gelato industriale. Il gelato artigianale di qualità dovrebbe sempre utilizzare materie prime fresche, come latte, panna, frutta, evitare coloranti e aromi, privilegiare prodotti di territorio. Inoltre la qualità è inversamente proporzionale al numero di gusti esposti, un gelatiere di livello non riesce a gestirne molti. Poi l'assaggio: ognuno di noi ha una predilezione per un gusto, se lo assaggia si rende conto se è fatto bene. Infine la freschezza: un gelato non deve avere più di 3-4 giorni, poi si "secca", come il formaggio grattugiato conservato in frigo senza pellicola".

Il gelato inoltre, ricorda Marilena Colussi, responsabile Food Monitor Gpf, "si sta diversificando, con proposte nuove per la qualità dei componenti, spesso certificati, per i formati, e anche per la convenienza e infatti lo si acquista spesso, al posto del dolce, quando si va da amici. E i consumi si destagionalizzano". D'estate resta comunque un'abitudine consolidata, soprattutto in vacanza. Con qualche attenzione. "Nei bambini fino ad un anno di età limiterei i gusti alla crema o alla vaniglia - premette Giuseppe Morino, responsabile della Dietetica Clinica del pediatrico Bambino Gesù di Roma - dopo i 2-3 anni possono mangiarli tutti. D'estate un gelato alla frutta due o tre volte alla settimana può esser dato tranquillamente come merenda ad un bambino che non ha problemi di sovrappeso tenendo conto, però, dello scarso potere saziante, e aggiungendo magari della frutta, perché dopo un'ora ha di nuovo fame. E bisogna comunque ricordare che è un alimento con suo potere calorico, non può essere aggiunto senza limitare il resto del pasto".

Questo vale ancor di più per gli adulti. "Si può sostituire un pasto con un gelato in via del tutto eccezionale - precisa Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca dell'Inran - e comunque accompagnandolo con un contorno o della frutta. Non è neanche controindicato per le diete ipocaloriche. Detto questo, tra gli alimenti dolci, è uno di quelli che ha un profilo nutrizionale tra i migliori. Purché non si esageri".

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